di Silvia Marini
Cosa ti ha portato Babbo Natale? Papà Natale? Gesù Bambino?
Lievi variazioni sul tema, determinate dal contesto geografico o familiare. Domande semplici, allegre, che rivolgiamo ai nostri bambini, sorridendo, certi di incontrare interesse e complicità.
Ma le risposte cambiano. Spesso ci turbano, svelando la complessità del mondo.
E così, spostandoci in altre latitudini, rivolgiamo il nostro pensiero ai bambini del villaggio di Santoshpur, a circa un’ora da Calcutta, che abbiamo conosciuto pochi mesi fa, grazie a Sharmista, nostra referente in India. Forse avvieremo una collaborazione, forse realizzeremo progetti e sostegni a distanza. Abbiamo tante idee per il futuro, ma il Natale si avvicina, così decidiamo di inaugurare la relazione con le persone del villaggio, porgendo un regalo a tutti i bambini.
Seduti in cerchio, sorridenti e grati, i bambini tengono stretti, davanti a sé, i primi regali di Natale della loro vita: un secchio di plastica e una coperta. Oggetti preziosi. Il secchio per attingere l’acqua per lavarsi, la coperta per affrontare la notte indiana, che in inverno può essere molto fredda. I bambini più piccoli riceveranno una maglia nuova e un piatto più ricco il giorno di Natale.
Regali semplici, che altrove non meriterebbero la dignità del regalo, suscitano nei bambini indiani, stupore, gratitudine e meraviglia.
E ancora una volta torniamo alla stessa riflessione. Non abbiamo scelto il posto in cui nascere. Non ne abbiamo alcun merito, né alcuna colpa. Abbiamo, tuttavia, il dovere della consapevolezza.
E così, con il pensiero rivolto ai tantissimi bambini che abbiamo incontrato in ogni parte del mondo, auguriamo ad ognuno un Natale di pace.
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