Perle di pensieri
Viaggio in India dicembre 2013 – gennaio 2014
di Irene Sardi
E il calore nel cuore per quella mano inaspettatamente presa, sentire l’emozione di una barriera che si rompe, di un’amicizia che nasce senza parole, senza età, solo con il cuore. Un gesto e capisco che sono ancora in grado di trasmettere tutto l’amore che ho dentro. E allora mi sento donna e allora mi sento semplicemente me. Un gesto, ad annullare ogni distanza ed ogni confine. Un gesto che mi riempie di speranza, facendomi capire e ricordare che esiste ancora il semplice linguaggio dell’amore. L’unico linguaggio che voglio imparare dal mondo.
E scortata da questa scia di amicizia, raggiungiamo l’orfanotrofio induista, meraviglioso esempio di calore e amore. Travolti dalla gioia di riceverci, di questi bimbi dimenticati dalla vita, incredibilmente poveri ed infinitamente ricchi di amore. Amore che arriva come un’ondata improvvisa e ti sovrasta, ti invade sul corpo, sulla pelle, ti lascia senza fiato fino a raggiungere l’anima e ti offrono molto più di quanto hanno. E solo allora capisci la più semplice di tutte le verità: “non c’è gioia più grande della gioia condivisa”.
(Orfanotrofio induista di Chandannagar, 28 dicembre 2013)
E una vivacità incredibile di colori, bambini, umiltà e dignità, tra queste famiglie sinceramente felici della nostra visita. Dove non c’è niente da mangiare ma vengono offerti tè e biscotti. Dove prendersi per mano ha ancora un senso ed un’intensità indescrivibile con parole. E allora per mano attraversiamo il villaggio intero, la sua tradizione e la sua incredibile ricchezza. Tante riflessioni, una danza e una canzone di saluto, qualche tamburo e tanti passi fuori tempo. Per salutare questo pezzetto di mondo, che ha fatto vibrare le corde dei nostri cuori.
Prendersi per mano, linguaggio del corpo che dice: “vieni a vedere chi sono”.
(Nuta, 29 dicembre 2013)
E canzoni, grida, giochi e tutto l’amore dell’infanzia negata. E ti ritrovi con gli occhi lucidi ed un macigno misto a gioia nel cuore e in un abbraccio riscopri l’amore..e ritrovi tutta la tua fortuna per la famiglia che a te è stata data e che vorresti dare a loro, anche solo per un minuto. E ti chiedi se quel minuto sarà mai abbastanza e se possa significare qualcosa. Ma, forse, ti rispondi, pensando a Madre Teresa “è solo una piccola goccia nell’oceano, ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe”.
(Chetana, 30 dicembre 2013)
E macilenti ombre che tirano avanti il carretto delle loro vite. Chissà mai verso quali strade, chissà mai verso quale destino. Riflettere e metabolizzare e intanto continuare a camminare, riempirsi fino all’anima e fare tesoro di questa lezione: “la vita sopra ogni cosa”.
(Kolkata, primo gennaio 2014]
E impossibile definire il mare di sensazioni provate alla vicinanza della grandissima donna, Madre, Santa. Un calore avvolgente, un tepore nell’anima, tutta la stima per ogni ruga di questo meraviglioso esempio d’amore. Non sono religiosa, ma è impensabile non riconoscere in questo esempio di vita il principio di ogni fede e l’aura in grado di abbracciare il cuore di ognuno, fino al mio.
(Casa di Madre Teresa, 3 gennaio 2014)
E grazie India, che strano effetto che fa aprire gli occhi sul mio trentennio, da questa strada così forte di crescita. Non potevo sperare in un viaggio più profondo , ad accompagnare il mio diventare donna. Qui, adesso, solo dopo questi giorni..mi sento davvero cresciuta. E allora ben vengano questi 30 anni.
30 anni per conoscermi
30 anni per amarmi
30 anni d’amore per la vita
30 anni e ancora una vita per crescere
Grazie vita mia, per questo magnifico regalo arrivato ad aprire il mio cuore alla consapevolezza.
(Riflessioni da Koljata, 4 gennaio 2014)
Irene Sardi
Non importa quanto si dà
ma quanto amore si mette nel dare.
Madre Teresa di Calcutta
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