Report viaggio in Ecuador

30 agosto 2010

Questo viaggio ha rappresentato per Bhalobasa una prima esperienza: un viaggio decisamente più “vacanziero” rispetto agli altri organizzati dall’Associazione, ma comunque con caratteristiche diverse rispetto ai consueti viaggi turistici.
Oltre a visitare luoghi di interesse storico, culturale e ambientale, il viaggio ha infatti permesso di incontrare le comunità indigene e di conoscere i progetti di sviluppo sostenibile.
Certo rimarrà indelebile il ricordo degli splenditi paesaggi andini, della foresta amazzonica, dei colorati mercati, dei pittoreschi villaggi, delle maestose cascate, delle vette dei vulcani innevati, ma ancor più forte resterà, incancellabile nel tempo, l’emozione degli incontri, degli sguardi, degli abbracci e dei sorrisi degli uomini, delle donne e, soprattutto, dei bambini ecuadoriani.
Gli abitanti dei villaggi che hanno accolto il nostro gruppo ci hanno permesso di “assaggiare” un poco di vita autentica concedendoci il privilegio di conoscere da vicino ed in modo diretto la loro esistenza che si nutre di una diversa visione del cosmo dove ogni elemento, dalla più piccola pianta al più grande animale, ha un valore ed un’importanza essenziale per la sopravvivenza di ciascuno e della comunità.
Le popolazioni indigene, così diverse fra loro come diverso è l’habitat nel quale vivono, ci hanno permesso di avvicinarci ad un mondo intriso di naturalità dove il contatto con la terra è essenziale, dove le tradizioni culturali sono fortemente sentite e radicate, dove la partecipazione alla vita comunitaria e la preservazione dell’ambiente sono essenziali per la sopravvivenza di ciascuno.
L’intensità delle spiegazioni sulla loro organizzazione produttiva (sia in ambito agricolo, pastorale, artigianale, che più strettamente aziendale), sulla loro organizzazione sociale e sulla ricchezza dell’ambiente in cui vivono, testimonia l’esigenza di rappresentare ai nostri occhi la loro identità culturale troppo spesso negata nel tentativo occidentale di omologazione e sfruttamento.
Questo viaggio è quindi per i visitatori un dono, un’opportunità di conoscenza unica che permette di avvicinare in modo autentico le diversità culturali e ambientali che rappresentano la più grande ricchezza del pianeta.
Lo sviluppo del turismo comunitario è però anche molto importante per le popolazioni indigene rappresentando per loro una autentica possibilità di sviluppo sostenibile. Il turismo comunitario, nella salvaguardia dell’ambiente e nel rispetto della multiculturalità, crea lavoro per le generazioni attuali e per quelle future, migliora la vita delle famiglie, offre ai giovani un futuro dentro la comunità evitando l’emigrazione verso le città o all’estero. Il turismo comunitario permette di accrescere la ricchezza della comunità che potrà così investire nel migliorare la vita di ciascuno attraverso la costruzione di scuole, case migliori, centri di assistenza sanitaria ed altro.
Si tratta quindi di uno scambio altamente vantaggioso per ciascun soggetto e rappresenta un modello da perseguire ed incentivare.
Potranno mai veramente migliorare le condizioni di vita delle popolazioni ecuadoriane?
Sono d’accordo con Davide Tosi che nel suo resoconto del viaggio in Uganda 2009 scrive che “la consapevolezza globale non deve fermare le azioni locali”.
E’ quindi sulla scia di questa convinzione che il viaggio in Ecuador rappresenta davvero una sfida ed un sostegno a coloro che, pur appartenendo ai “poveri” del mondo, un progetto ce l’hanno, ed hanno un sogno che gli occhi di quei bambini, inizialmente timidi e un po’ scontrosi, ma vivaci e allegri dopo aver superato il primo imbarazzo, raccontano più di qualsiasi altra parola.

Rossella Iorio