Martedì 21 novembre, alle 18.00, nel Centro Pastorale Madre Teresa di Calcutta, ci sarà la prima presentazione del libro del nostro fondatore e presidente onorario, Armando Zappolini, “Un prete secondo Francesco”. Saranno presenti e interverranno Don Luigi Ciotti, Monsignor Andrea Migliavacca, Vescovo di San Miniato, e coordinerà don Alessandro Andreini, assistente regionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI).
Il libro è bello, si legge e si rilegge. Ogni capitolo si lascia ripercorrere, anche molte volte. Nel libro si incontra o si ritrova Armando, senza filtri. La sua vita, la sua famiglia, tutto ciò che ha fatto e pensa. Senza filtri, c’e il contemplativo, l’uomo, il sognatore con i piedi nel fango, il prete e il prete sociale. C’è l’amico. C’e la persona che ci com-muove (nel senso etimologico di smuoverci… verso ciò che conta) e ci fa ridere il momento dopo. C’è la ricerca della giustizia e delle cause della disuguaglianza. C’è il viaggiatore, nel mondo e nella società, senza fermate. Senza confini e discriminazioni. Ci sono gli incontri. Le storie.
Ci sono parole sulla sofferenza e sulla solidarietà che varrebbero da sole il libro.
C’e tanto di Bhalobasa e su Bhalobasa… Armando definisce quello fra Perignano e Calcutta il suo ponte più bello. Le parole che dedica alla nostra associazione sono profonde e intense. Leggetele, rileggiamole.
“Davanti al dolore della gente ho imparato a mettermi in ginocchio. È solo questo che conta. Non serve disquisire, sputare sentenze od ostentare una benevolenza ipocrita.
Sono in tanti a non farcela di fronte alle difficoltà della vita, ma molti, anche nella Chiesa, sentono la necessità di giudicare. […] La vera conquista di una civiltà sarebbe fare in modo che tutte le persone che soffrono non si sentano sole.
Stando nella sofferenza sono diventato un sognatore con i piedi nel fango. E se ho ancora da lanciare una scommessa alla vita, questa scommessa non può che essere quella di far sì che i sofferenti possano avere un loro sogno. Ecco perché non mi passa mai la voglia di rischiare, di dare risposte e di creare strade”.
(Pagina 102, Armando Zappolini, Un prete secondo Francesco)
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