Sentimenti contrastanti, domande che girano per la testa e rincorrono risposte che sto cercando di trovare.
Odori, colori, suoni, persone, occhi, sorrisi, gesti…
Calcutta non se ne va da me. Chiudo gli occhi e sono ancora lì, a cantare e danzare con i bambini nelle scuole e nelle tribù…trepidanti, felici di accoglierci e passare del tempo con noi. Sono ancora lì nel lebbrosario di Titagarh, la sorprendente scoperta di un posto dove non dominano la rassegnazione e il dolore ma la dignità e la voglia di vivere.
Sono ancora seduta lì, accanto a quel bambino recuperato dalla polizia e portato alla centrale di Child Line…che tremava e aveva smesso di parlare. Chissá cosa avranno vistoi suoi occhioni smarriti e affamati d’amore.
Sono ancora lì, in mezzo alle strade che brulicano di persone, animali, auto, bici,risciò…dove ognuno porta con sè un carico troppo grande e pesante per il mezzo che ha a disposizione.
Mi sembra sempre di sentire il suono assordante dei clacson…ed il silenzio discreto dell’operare confortante delle suore e delle volontarie che si trovano in prima linea a tutela degli ultimi.
Ed in questa realtà surreale, violentemente drammatica ma allo stesso tempo carica di gioia e di speranza ho conosciuto persone ed ascoltato storie… Come un’eco rimbombano dentro di me le parole semplici e disarmanti del piccolo Jit “Siamo una famiglia povera ma per questo felice.”
Torno a casa sconvolta dalle emozioni ma con una certezza. Dare una possibilità a questi bambini ed una dignità alle persone emarginate non è solo un loro diritto, ma un nostro dovere. E se quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, non importa…se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe.
Grazie Bhalobasa…il vero viaggio comincia adesso.
Per chi era alla serata del 18 dicembre, e ha visto e sentito le voci dei protagonisti come Meri che non dimentica Calcutta, avete riportato un diario carico di enfasi nella descrizione, e ci avete immerso in quei clacson e allo stesso tempo trasmesso una piccolissima dose di quella gioia e amore dei bambini.
Il vostro messaggio è arrivato chiaro e deciso.
Un grazie a voi che siete stati protagonisti e avete raccontato a noi il vostro diario.