Report dall’India, secondo capitolo

10 gennaio 2016

Secondo capitolo dei report dall’India che riceviamo dai nostri volontari Irene Giorgi e Massimo Bettini, partiti il 26 dicembre scorso per verificare progetti e sostegni a distanza, incontrare i nostri referenti e i bambini sostenuti. Resteranno fino a marzo. Li seguiamo passo passo anche sulla nostra pagina Facebook Bhalobasa Onlus con l’hashtag #conmassimoeirene.

8 gennaio
Per fortuna abbiamo fatto una bella dormita e stamani siamo in forma. Alle 11.30 dovevamo fare una riunione con Suor Emilia e Sharmista per decidere il programma dei prossimi giorni. La riunione l’abbiamo fatta alle 12.30 per ritardo di Sharmista e fino ad allora siamo stati di nuovo con le bambine della scuola materna. Stessa scena dell’altro ieri, ma Massimo oggi ha giocato a palla con alcune di quelle allegre e le “piagnone” sono state con me tirandomi continuamente verso la porta di uscita perché le portassi dalla mamma! La riunione è stata fruttuosa e abbiamo davanti un paio di settimane dense di viaggi e visite ai conventi delle suore di St. Anna e alle parrocchie della diocesi di Barruipur dove abbiamo i bambini sostenuti. Nel pomeriggio abbiamo cominciato con alcune delle ragazze di questo convento (Loreto convent di Kolkata). Rakesh (il nostro referente) ha parlato con loro e ci hanno raccontato della loro vita nel collegio: sveglia alle 6 (a volte anche alle 5.30), studio e pulizie, lavaggio dei panni e poi a scuola. Il pomeriggio i compiti, poi un po’ di chiacchiere tra loro, cena (sempre riso e verdura) e a letto, si fa per dire perché dormono per terra su delle coperte imbottite, dei coltroni che la mattina arrotolano mettendoci in mezzo le loro cose.

9 gennaio
Stamani partenza per Ragahabpur e Babrachak. Siamo passati attraverso il solito traffico congestionato di Kolkata fino all’estremo sud della città. Abbiamo visto dalla macchina un grande mercato del pesce: oltre ai banchi interni al mercato c’erano anche molti che vendevano pesci e verdure per terra lungo la strada, e alcune botteghe di carne. Dopo, la strada diventava stretta e siamo arrivati praticamente fuori città, in un ambiente simile a quello dei villaggi ma più sporco e trasandato: i banani, altri tipi di alberi, le baracche, i pond (i laghetti) con acqua quasi putrida, un canale che costeggiava la strada dove c’era di tutto, mucchi di spazzatura qua e là. I due ostelli che abbiamo visto erano piuttosto sotto tono. Nessuna bambina festante ad aspettarci, come eravamo abituati l’anno scorso, sia perché molte erano a scuola sia perché probabilmente non sono abituate ad avere ospiti. Anche il rito dell’offerta dei fiori è stato molto dimesso. Nel primo convento, quello di Ragahabpur c’era una suorina piccola piccola e anziana di nome Luisa che parlava un po’ di italiano perché era stata diversi anni a San Miniato: ci ha chiesto di portare i suoi saluti a Don Armando. Le altre parlavano solo bengoli ovviamente con Sharmista che era con noi. Questi collegi sono piccoli, con una ventina di bambine che vedono i loro genitori due volte al mese e durante le vacanze. Per il resto dell’anno stanno in questi posti senza alcuno stimolo. Alcune hanno fatto dei balli su nostra richiesta mentre aspettavamo di andare a mangiare cantando le canzoni loro stesse. Ci hanno detto che questi balli li hanno imparati a casa d’estate guardando la televisione. Nell’ostello di Babrachak abbiamo parlato anche con alcune mamme di bambine piccole sponsorizzate, che ci hanno espresso alcuni dei loro problemi. Poi grande festa alle macchine fotografiche e ai cellulari: le più grandi ci hanno fotografato e si sono emozionate nel farsi alcuni selfie.
Un’ ora di strada per tornare a casa, dove suor Dorotea, che è stata anche lei a lungo a San Miniato e a Fauglia, ci ha preparato come sempre una cena all’italiana: pasta al pomodoro crudo e aglio, frittata, patate lesse e pomodori. Tutto semplice e buono e finalmente un pasto senza pollo! Suor Dorotea chiacchiera con noi in italiano e ci aiuta se abbiamo dei problemi. Ma deve sempre chiedere il permesso per qualsiasi cosa a suor Emilia, che, nonostante l’età (sopra gli 80) dirige questo grande convento tutto da sola e con grande energia. Conosce tutte le bimbe che sono qui, sa quali sono sostenute e quali no, tratta con le persone esterne, con i genitori, con gli insegnanti, è sempre presente ovunque e decide tutto lei.
Ora sono le 21.10 e fra poco ci mettiamo a letto. Si sente il rumore incessante dei clacson; ogni tanto ci arriva all’orecchio il parlottio e le risate delle bambine. Domani è domenica e cercherò di andare alla Messa che viene celebrata nel convento ogni giorno alle 6.30 di mattina.