La nostra referente in Burkina Faso, Grazia Le Mura, ci rassicura sulla situazione in Burkina Faso. È meno critica anche se le elezioni previste per l’11 ottobre sono state posticipate di qualche settimana.
Questo è quello che ci ha scritto Grazia. Siamo vicini ai nostri amici burkinabè e a questa terra che merita pace, libertà, stabilità, giustizia e democrazia. Speriamo che arrivino quanto prima. Stiamo per tornare.
Finalmente l’arcobaleno può ricominciare a splendere sul futuro del popolo burkinabè che in questi giorni ha dato una lezione di vita a tutto il mondo. Nel silenzio internazionale il popolo si è battuto e ha vinto.
Giovani, donne e uomini, bambini e anziani hanno riconfermato la loro radice: essere un popolo dignitoso che lotta pacificamente e con tenacia per la libertà e la democrazia.
Il Governo della Transizione con Kafando Presidente è stato ristabilito. Il ministro della Sicurezza è stato giustamente rimosso e la Guardia Presidenziale responsabile del Colpo di Stato è stata disarmata e dissolta.
La mediazione portata avanti da Macky Sall, Presidente del Senegal, e Boni Yayu, Presidente del Benin, aveva presentato 13 punti ritenuti da tutti vergognosi e inaccettabili, in cui si parlava, tra l’altro, di allontanare i militari dal Governo (quindi, eliminare lo scomodo Zida, Primo Ministro e nemico di Diendéré che ha guidato il Colpo di Stato), della non dissoluzione della Guardia Presidenziale, dell’amnistia per tutti i crimini compiuti durante il Colpo di Stato.
La svolta è stata data dall’Esercito Regolare burkinabè che il 21 settembre ha marciato su Ouagadougou invitando ripetutamente la Guardia Presidenziale a deporre le armi. È inutile dire che la Guardia Presidenziale ha ignorato l’invito e l’Esercito è entrato a Ouaga con carri armati e mezzi blindati. L’attacco era pronto anche se tutti speravano, come è stato, nel non attacco. La situazione era sempre più tesa e il rischio dell’attacco sempre più imminente. Autorità tradizionali e non hanno giocato un ruolo importante. Mentre la mediazione spingeva sul perdono e sul ripartire su nuove basi, si lanciava ancora un ultimatum.
Per la festa del Tabaski, 24 settembre, il Presidente della Transizione Kafando si pronuncia con una dichiarazione e chiarisce che le decisioni della mediazione saranno prese in considerazione solo se incontreranno il volere del popolo.
Piano piano riprende la normalità e ha avuto luogo anche un Consiglio dei Ministri, ieri 25 settembre, protetto dalla gendarmeria e polizia.
Ci vuole ancora del tempo, perché alcuni punti rimangono sospesi… ma il popolo ha vinto ancora una volta e ha vinto la grandissima voglia di democrazia e di libertà che alimenta la vita e la storia della mia gente burkinabè.
fa sempre tantissimo piacere sapere che talvolta il senso del giusto guidato da persone
democratiche prevalga sull’arroganza e prepotenza esercitata dagli stolti.
e che Dio ce la mandi buona.