di Alessandro Cipriano e Matteo Ferrucci
presidente e vicepresidente Associazione BHalobasa Onlus
Una persona può riempire vita di odio e razzismo o aprirsi all’altro, chiunque sia.
Leggendo i giornali, guardando la televisione, ascoltando tanti nostri amici, ci viene spesso chiesto quali sono le ragioni per le quali continuiamo ad impegnarci per il Sud del mondo… Mentre la crisi acuisce i peggiori istinti egoistici e favorisce orribili spinte razziste, perché continuare a lottare? In fondo la situazione qui da noi non è delle migliori e molti dei nostri connazionali fanno fatica e tanta.
E allora qual è, alla fine, il senso del nostro impegno?
Quali sono le spinte che portano tutti noi volontari a donare così tanta energia e tanto tempo? Vengono dal cuore, dall’anima, dalla testa? Cosa porta in momenti come questi, tante persone a sostenere Bhalobasa? Crediamo che una ragione sia la consapevolezza di come voler vivere la propria esistenza. Una persona può riempire la propria vita di odio, di razzismo, di divisioni, oppure può cercare di fare un percorso di apertura all’altro, chiunque sia.
In un nostro passato momento di formazione ci siamo riferiti all’economista Stefano Zamagni: Per dirla in altro modo, il contributo più significativo che il volontariato può dare alla società di oggi è quello di affrettare il passaggio dal dono come atto privato, compiuto a favore di parenti o amici ai quali si è legati da relazioni a corto raggio, al dono come atto pubblico che interviene sulle relazioni ad ampio raggio. Vivere nella consapevolezza che la nostra famiglia è ormai un villaggio globale. Passare da un concetto di filantropia, in cui si generano quasi sempre situazioni di dipendenza nel destinatario dell’azione, a un concetto di volontariato autentico che generi, invece, reciprocità. È solo con la reciprocità che si attua il riconoscimento, ovvero il fenomeno con cui un soggetto viene accolto e fatto esistere nel mondo di altri. Questo il punto su cui dobbiamo insistere.
Questo è quello che probabilmente muove tanti volontari nella nostra associazione e in tante altre. Provare, col volontariato, a dare senso alla propria e alle esistenze degli altri puntando fortemente a portare tutti sullo stesso piano della reciprocità.
In questo clima, questo nuovo anno di lavoro inizia con tante sfide.
Già dallo scorso anno abbiamo scelto di investire tante delle nostre energie nella permanenza di nostri volontari all’estero, sui nostri progetti, per periodi prolungati. Con questo stile abbiamo davvero visto cambiare la qualità dei progetti: il cuore dei volontari unito all’efficienza di chi sceglie di andare a investire una parte importante della propria vita.
Stiamo investendo tanto nelle scuole, provando a trasmettere i valori che hanno resa bella e significativa la nostra vita nell’incontro con l’altro.
Stiamo continuando a investire nella nostra amata “routine”: i sostegni a distanza, i progetti e la voglia intervenire significativamente con cose concrete, i viaggi, dando la possibilità a tanti di vedere, toccare con mano, scaldando il cuore.
Ci aspettano poi a breve due eventi importanti, il 30 novembre il nostro incontro annuale, a Forcoli, dove ci troveremo per un progetto concreto, la costruzione di nuove aule per In need home (spiegato nelle prossime pagine, ndr) e per festeggiare la bellezza del nostro stare insieme. E poi il concerto di Stefano Bollani, il 17 dicembre al teatro Era a Pontedera.
Ci aspetta un anno intenso, come sempre e sebbene ci manchino i sorrisi e la presenza viva di alcuni nostri volontari che ci hanno prematuramente lasciato come Alessandra e Giancarlo, il loro impegno non è stato vano e continua nella grinta di tutti i volontari che ogni giorno ci mettono la faccia e provano a credere in un mondo più giusto e più bello!
Ciò che fate è un onore per tutti noi. Grazie di cuore